Vogliamo raccontarvi di Amant’era, dolce sposa del pasticciotto, amatissima da tutti per il suo gusto nuovo e insieme antico.
Questo gusto, che sentirete nuovo e insieme antico, è costruito sull’idea di radici, identità, nuove rivelazioni al palato e viaggio. Un Sapore a lungo cercato tra il noto e l’ignoto. Amant’era nasce dalla ricerca del laboratorio artigiano della nostra pasticceria. Il dolce è stato presentato in anteprima nazionale il 12 ottobre 2018 in Sardegna, a Santa Margherita di Pula, in occasione della cerimonia di assegnazione del Food and Travel Italia Awards 2018. Premiazione che ha riconosciuto la nostra Pasticceria Martinucci come migliore pasticceria dell’anno.
Amant’era- dolce dal cuore raro per palati esigenti e raffinati
Nel nome Amant’era evoca il nuovo e l’antico. Si mostra alla vista come un piccolo scrigno dorato, prezioso del suo contenuto. Si offre all’inizio al palato nella sua frolla speziata. Rivela la complessità del suo sapore quando nella crema pasticcera avverti prepotente insinuarsi i sentori intensi del pistacchio. Capisci subito che Amant’era non è un dolce qualunque e che la sua capacità di evocazione ha radici in un qualche archetipo, che poi si disvela in una storia, che poi volge subito lontano in avanti, lasciando prevedere nuovi orizzonti al sapore.
Un gusto che si svela piano
La sua complessità è fatta di un suadente e sinuoso andare del gusto, che si svela piano in un raffinato procedere sui contrasti. Tra la classicità della crema, l’apparente semplicità della frolla e l’avvenente prepotenza del pistacchio della Valle dei Platani, che lascia una scia di sentori ed echi arcaici. Per poi scoprire, nel mirtillo, la selvatica freschezza del bosco; e alla fine avvertire l’insinuarsi, nella forza maschia del pistacchio, dell’esotica femminile eleganza della Fava Tonka.
Un cuore verde e speziato e un nome che ricorda antichi passi di danza
Una complessità che potrebbe percepirsi di gusto barocco; ma di quel Barocco del Sud, fatto di tenerezza e di artigianalità, sorprendente e persuasivo. Uno stupore spontaneo, che abbraccia tutto e tutti e che arriva al cuore. Un cuore raro, verde e speziato. Un cuore di aristocratica crema, arresasi all’abbraccio muscolare del pistacchio: proprio come nei miti una dea o una ninfa si concede al selvatico pastore che la seduce con un suono o con un canto. Di quella ninfa Amant’era ricorda nel nome la sua ‘manta’, quel panno o fazzoletto di tela o di lana che accompagnava nei boschi i suoi antichi passi di danza. E questo è l’archetipo. La storia ci rimanda al bocconotto meridionale nato nei conventi e usato come dolce diplomatico, al pasticciotto leccese e salentino, alla Sicilia araba e medievale e al pistacchio della Valle dei Platani; alla moderna classicità della crema pasticcera, all’esperienza nuova ed esotica del viaggio verso cui ci conduce la Fava Tonka, trascinandoci verso terre lontane. L’orizzonte? Un sapore nuovo, fatto di identità che si incontrano e si rimettono in dialogo. Nel nome e nella visione della filiera sostenibile e della selezione di materie prime di assoluta eccellenza. Come anche qui il grano duro Senatore Cappelli di cui è fatta la frolla.